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giovedì 10 dicembre 2015

Decreto salva-banche, il Codacons raccoglie più di duemila adesioni al ricorso risarcitorio

Sono giorni di protesta per i piccoli azionisti e gli investitori danneggiati dal decreto Salva Banche, che ha salvato Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Carife ma non i risparmi e gli investimenti di chi aveva investito in azioni e obbligazioni subordinate delle quattro banche. Si tratta di decine di migliaia di piccoli azionisti che non hanno più nulla. Dal Governo, forse, arriverà un intervento di sostegno sotto forma di fondo di solidarietà, comunque limitato e non diretto a tutti. Il Codacons protesta e parla di “indennizzo-elemosina”. L’associazione ha lanciato un’azione risarcitoria per la vicenda del salvataggio di Banca Etruria, Banca Marche, Carichieti e Carife e parla di circa duemila adesioni. Dal Codacons arrivano anche parole molto critiche nei confronti del provvedimento allo studio del Governo, che attraverso le parole del viceministro dell’Economia Enrico Morando si è detto favorevole “alla costituzione di un fondo di solidarietà dove convergano una parte di risorse pubbliche, minoritarie, e una quota maggioritaria di risorse dagli istituti”; il viceministro ha peralto precisato che l’intervento “deve avere a riferimento i più deboli con confini e limiti”. La Consob, intanto, ha avviato verifiche per capire se i titoli delle banche fallite, il cui valore è stato azzerato, sono stati venduti a clienti in grado di comprenderne i rischi. "Stiamo facendo accertamenti anche se non abbiamo avuto segnalazioni particolari", ha detto il presidente Giuseppe Vegas. "C'è un profilo di Mifid", di adeguatezza, dell' investimento rispetto al profilo di rischio.

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